ODISSEA NELLA FORESTA DI FERRO

Ostara, Foresta di Ferro & Lux Interna

Zurigo 24 July 2004

by 20ma Valeria Victrix - Apocalyptic Correspondent

Photo by Stefania

Dice il saggio: “Chi ben comincia è a metà dell'opera”. Se ci fossimo affidati a questa sentenza, avremmo fatto ben poca strada quel sabato mattina del 24 luglio 2004, quando, armi e bagagli alla mano, ci accingevamo a partire per quel di Zurigo.

Orbene, già alzarsi la mattina e rabbrividire mentre i lampi di un nubifragio squarciano il cielo estivo e una pioggia torrenziale si abbatte su tutto il Nord Italia, non è esattamente cominciare bene l'opera…. Se poi succede di scoprire con raccapriccio, una volta tornato il sereno e aver raggiunto in allegria il Tunnel del San Gottardo, di essere l'ultima auto di una colonna (lunga un'abbondante decina di km), di macchine praticamente ferme di fronte a un semaforo che regolamenta l'afflusso al Tunnel, beh signori, esser ancora fiduciosi si fa dura.

E se ancora accade di perdersi per le strade di Zurigo alla ricerca dell'albergo perduto, dopo 6 ore di patimenti e con le gambe che gridano la vendetta di una passeggiatina, allora cameriere passiamo direttamente al dessert che il momento della frutta è già stato ampiamente superato.

La Formula 1 è una catena internazionale di alberghi economici dove le camere, ordinate come le cellette di un alveare, sono dotate dei comfort minimi e indispensabili, ed è esattamente di questo che abbiamo bisogno: depositare il bagaglio, docciarsi rapidamente e cambiarsi la maglietta. E poi via di nuovo per le strade di Zurigo, alla ricerca (non senza traumi) del Dynamo dove stasera suonerà quel nostro compagno di viaggio che si firma Foresta di Ferro, assieme agli Ostara di Richard Leviathan e ai trans-oceanici Lux Interna.

Il Dynamo è un centro sociale svizzero in riva al fiume, a due passi dal centro storico della città e che niente ha a che spartire con i nostrani centri sociali: diviso in due piani superiori ben curati, dove su un parquet di legno puoi incontrare personaggi intenti in una strabiliante esibizione di Break-Dance oppure un predicatore infervorato in una religiosa omelia, e una specie di sotterraneo dalle volte in mattoni dove, questa sera, la TotenLicht ha organizzato l' evento che vedrà avvicendarsi sul palco una formazione americana, una anglosassone e una italo-inglese.

Apro subito una piccola parentesi: i ragazzi della TotenLicht hanno classe da vendere nell'organizzazione dei concerti. Premurosi nel cercare di mettere a proprio agio gli ospiti, dimostrano una professionalità precisa ma non fredda, competente ma non distaccata. Sempre presenti e disponibili, hanno cercato in ogni maniera di accontentare sia le diverse necessità tecniche dei gruppi che le possibili differenziazioni, ehm, nutrizionali. Ecco allora che accanto alla ricerca del perfetto lay-out, riverbero, eco, bassi e alti equalizzati in ogni modo, si è affiancato un buffet degno di un ricevimento: dal pinzimonio alle crepès con nutella, dai salumi ai tortini vegetariani, dalla pasta fredda alle patate con panna acida, non mancava nessun ben di dio… E nessuno dei presenti ha mancato di attingerne a piene mani…

Chiusa parentesi.

Quando comincia a calare la sera e le ombre si fanno più lunghe, dopo le presentazioni di rito e gli abbracci tra chi non si vede da tempo, le lungaggini dei vari sound-check alla ricerca del suono perfetto, la cena appagante, finalmente tutto è pronto: gli strumenti accordati, il mixerista al suo posto, le avvenenti bariste dietro al bancone, il banchetto dei dischi apparecchiato, i musici freschi di abito pulito e con la giusta dose di nervosismo nel sangue.

Fuori, nella stradina sopra la gradinata, la popolazione gotica di Zurigo assapora ancora per un po' la brezza che accompagna il lento scorrere del fiume, mentre dentro il locale è già caldo del respiro di chi comincia ad affluire nella sala dai muri in mattoni. Quasi in sordina, i tre componenti dei Lux Interna prendono posto sul palco e danno inizio al loro concerto, non sembrava a prima vista, ma la sala è gremita. Chitarra, tastiera e una signorina dai lunghi capelli corvini che alterna ora il tamburo, ora la chitarra e ora la voce, in un live sinceramente troppo lungo nel suo durare di un'ora, niente di nuovo nel sotterraneo del Dynamo, un folk all'americana, quasi cantautoriale (e con la voce assai vicino a certi Goth-singer e mi vengono alla mente i Nosferatu), che non ha il mordente degli arrangiamenti dell'ultimo cd targato Eis und Licht, ma che sembra più un incontro di tre liceali con la voglia di suonare senza pretese (a loro favore va il punto che il loro atteggiamento personale nel backstage è proprio questo, molto umili e molto simpatici) e che sono riusciti a fare un paio di dischi probabilmente anche dignitosi. Ed, in effetti, l'accoglienza del pubblico è piuttosto tiepidina, anche se la sala rimane piena fieno alla fine del concerto. E' naturale: chi si è accaparrato un posto per godersi i prossimi gruppi non se lo lascia sfuggire.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare (e meramente per “ragioni tecnico-vocali” ) Tim si siede alla batteria e Stu imbraccia la sua chitarra elettrica. E quando Richard esce dal backstage lo show degli Ostara ha inizio. E credetemi, si tratta di un vero spettacolo. Già dal primo pezzo “Proud Black Templar” I ragazzi sprigionano un'energia che contagia subito tutta la sala,e a seguire tutti i pezzi da “Song of Sam”, “Nightmare Machine” “Diva DeSade” , sia che Richard maneggi il frustino sia che scivoli col plettro sulla chitarra,sia che sventoli la bandiera a scacchi bianchi e azzurri intonando “Bavaria”, la platea si infiamma e un coro di osanna si leva al finire di ogni canzone.

Anche Stu finisce col lasciarsi contagiare dalla generale allegria e accenna scherzosamente le corna di metallara memoria all'attacco dei pezzi più heavy. Non vi sono dubbi che anche la Svizzera apprezza la svolta rock dei virgulti che crebbero all'ombra della quercia Death in June. E come dar loro torto se il risultato è questo clima di festa che ha rubato il passo al freddo aplomb dal cipiglio militaresco?

Unico neo il proiettore che non riesce a fare il proprio dovere, illuminando il telone alle spalle della batteria di una luce candida sinceramente un po' fastidiosa. Inutile il tentativo di aumentare il contrasto o quant'altro, il marchingegno ha deciso di godersi lo spettacolo invece di lavorare e non ne vuole sapere di darsi da fare. Poco male, tutto procede comunque in maniera liscia e assolutamente coinvolgente sulle note di “Transylvania”, “Overworld”, “Operation Walkyrie”, la trascinante hit di “Rose of the world”, e ancora “Black Spring” e l'anteprima del nuovo album “Compassion from above” (dove la svolta rock del nuovo corso Ostara si fa ulteriormente più marcata) . E quando il pubblico li reclama ancora sul palco, non viene concesso semplicemente un bis ma un'ultima canzone a chiudere il cerchio, “Ultima Thule” appunto.

E' un successo….e come poteva essere diversamente?

Ma non finisce qui.

Pochi minuti ancora e, introdotto da una hit di Heino (Sieg Heino! N.d. :A:) e a seguire dal “Mi volto e mi rivolto sospirando” della Banda Jonica, un Richard “martial-version” riprende posto sul palco, mentre le note di “Bury me standing” introducono il terzo e ultimo gruppo (in versione ridotta) della serata, Foresta di Ferro.

Bisogna dirlo, l'atmosfera cambia e si appesantisce di colpo. Qua non si va di rockettino leggero o di folk alla maniera italiana. FdF è sul palco di più di quello che è su disco: Industrial. Suoni grevi, testi recitati , Marco Wertham suona la campanella dell'intervallo che è finito, urla nel microfono (basso a dir la verità) che le tigri lottano dove osano le aquile mentre alle sue spalle quasi in controluce sagome di quel che dovrebbe essere il video mostrano bombardamenti e interviste a personaggi scomodi, sulle note di “Harmony of pen and sword”, “Militia Christi”, “On the marble cliffs” e un piccolo assaggio di una nuova track firmata FdF…

Qualche problema tecnico fa scendere leggermente la tensione, mentre il pubblico rumoreggia dimostrando di gradire quanto esce dal quel mixer e da quel microfono usato e abusato da Wertham, si muove al ritmo quel pubblico, applaude e si esalta come per i migliori Ostara di prima.

E si chiude con “Kshatrya”, l'omaggio agli Ain Soph , ancora più potente nella sua versione dal vivo.

Forse per i volumi troppo contenuti, forse perché il video dietro non funziona a dovere, forse per i piccoli incidenti tecnici, ma il live di FdF è leggermente sottotono rispetto a precedenti esibizioni (vedi Vienna, HauRuck Festival, dove appunto i ragazzi della TotenLicht rimasero folgorati all'esibizione di Marco e Richard tanto da volerli a tutti i costi sul palco del Dynamo), ma il pubblico è coinvolto ed emozionato ugualmente ed è questo che conta.

E' questo che vuole Wertham: creare tensione, aspettativa, generare emozioni forti, disturbanti a tratti….

Richiamati anch'essi dagli applausi insistenti, FdF non poteva mancare nella sua hit track del momento un' “Oak leaf ” struggentemente interpretata da Richard.

Dire che l'avventura svizzera si è chiusa con questa discesa dal palco, sarebbe davvero riduttivo, i complimenti, le foto, le mille domande e le strette di mano allungano ancora questa serata. Incontriamo persone davvero emozionate, a cui questi live lasciano qualcosa dentro, che è più di un semplice eco di emozioni.

La gente si disperde, fa caldo, son tutti in riva al fiume, mentre dalla consolle parte uno dei dj-set neofolk che tutti gli appassionati del genere vorrebbero sentire, a cominciare dai nostri Argine e Camerata Mediolanense, solo per fare due, dico proprio due, nomi.

Ma, pur promettendo molto bene il seguito della serata, siamo tutti veramente esausti, e a malincuore salutiamo vecchi e nuovi amici lontani, ripromettendoci un nuovo incontro al prossimo concerto.

Naturalmente raggiungiamo la nostra celletta al Formula 1 non senza qualche difficoltà, la viabilità di Zurigo ci è particolarmente ostica….

Nella mattinata (data l'ora antelucana!) ci aspetta il viaggio di ritorno, con i suoi siparietti davvero divertenti ( uno su tutti, il copri asse del water sul tema di Heidi che è diventato il top della giornata!), musica hardcore e vecchi successi anni '80 a palla, la magnificenza delle Alpi Svizzere e, nell'animo, una week end davvero speciale, per tutti e per molti motivi.

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